Ribalta Luigi XV Piacentina

La ribalta Luigi XV piacentina, completamente realizzata in legno di noce nazionale italiano sia all’interno che all’esterno, è un mio modello esclusivo ultimato nel 2008. Presenta accorgimenti e creazioni personali soprattutto nelle parti di linea molto frastagliata, dove si trova l’intaglio. Nelle parti lineari invece si trova l’intarsio tipico piacentino, che prende il nome di intarsio buio perché, a differenza di altre città italiane, a Piacenza veniva eseguito nel massello. Questa particolare tecnica prevedeva che ogni tesserina fosse disegnata nella tavola dove andava inserita, in seguito la sede veniva scavata con scalpelli ed infine la tessera viene incollata con colla di pesce.

La Ribalta contiene ben sette segreti: il concetto di avere un segreto nel mobile è specchio dell’inclinazione tradizionale piacentina al mistero e all’intrigo. Essi sono localizzati in parte nello scarabattolo (la parte centrale contenente piccoli cassetti) altri nelle ante. I segreti vengono azionati tramite un meccanismo di molle con sistemi settecenteschi, in modo da rimanere il più possibile fedeli alla riproduzione storica. La finitura è una lucida azione a gomma lacca e cera, proprio come si faceva una volta.

Mentre il legno di noce è utilizzato nella parte di supprto, per l’intarsio sono stati utilizzati vari dipi di legno con diverse cromature: il prugno (pianta tipica piacentina che in altre zone veniva sostituito da il bois de rose, ovvero legno di rose, oppure altro legno estero, che a Piacenza non poteva pervenire a causa del rado accesso della città al commercio marino); l’ulivo (disponibile nelle campagne); il bosso (un altro legno che si trovava nelle siepi piacentine). La scelta di utilizzare solo legni locali rende unico il modello della ribalta.

Ho messo nella ribalta tutto me stesso. Ho unito in un unico luogo tutto ciò che avevo studiato in 30 anni di carriera, producendo un’opera di altissima ebanisteria. L’amore per l’intaglio ha sposato quello per la mia terra, le nozioni tecniche quelle culturali.
Il tutto passa però attraverso un’unica chiave di lettura: la mia immaginazione. Ho progettato ogni singola curva della ribalta, ogni singolo segreto, ogni incastro e ogni intarsio. Le nozioni mi sono servite da base per creare un quid unicum che rispecchia in ogni angolo il mio essere. Un pensiero complesso che ha necessitato di oltre 4000 ore di lavoro per prendere forma.

 

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